Wednesday, February 11, 2009


HEMINGWAY PARECE UN DAIQUIRI

Esto es una buena borrachera. Esto tiene calor tropical y vientos alisios. Esto no fue escrito por un mitómano. Esto aparece publicado porque Guido Guerrera es un amigo. Digo bien: amigo es el que dice la verdad. Uno puede estar de acuerdo sobre si Hemingway era un bebedor compulsivo. Puede pensar que era un poeta mediocre. Puede animarse a creer que era un socialista. Puede decirse que era un vago. Pero yo no puedo decir lo mismo de Guido.A él le quedo agradecido por esta crítica.¿No serán demasiados sus elogios?.


COME UN DAIQUIRI

Un libro fresco come un daiquiri ‘La Pipa de Hemingway’ di José Maria Gatti, un libro ricco di sensazioni che scorrono sotto pelle fatte di parole e di pensieri, di incontri e ricordi pieni di affetto e umanità.
Nel segno di Papa Hemingway si muove tutta un’umanità che appartiene alla memoria dell’autore, come Marquez o Sinatra , il vecchio Santiago che sognava leoni oppure Francis Ford Coppola, ma anche un florilegio di amicizie fresche nate dal nuovo modo di comunicare in rete attraverso lo strumento del blog.
Conosco José Maria e il ricordo di questo signore simpatico e colto,dalle magliette coloratissime e stravaganti, mi accompagna come un’eco difficile da non percepire con l’anima, perché l’impronta che ha lasciato durante il nostro incontro a Cuba in occasione del Coloquio Hemingway alla Finca Vigia è l’immagine stessa dell’appassionato e del cultore di cose belle e preziose.
Sono sicuro che il segreto del suo blog , poi diventato materia per il libro, stia proprio nella sincerità capace di animare una ricerca sempre puntuale, nell’entusiasmo fanciullescamente aperto alla sorpresa, aspetti che ogni navigatore del web e ogni lettore deve aver percepito con forza.
Tante, calde, storie di persone, aneddoti e pezzi di vita personale costellano le pagine di ‘La Pipa de Hemingway ’ e ognuno è un motivo per riflettere, per aprire finestre nuove, per capire meglio e esplorare.
Si ride, ci si commuove fino alle lacrime, si contempla e si gusta assaporando.
Quando in un libro si muove la vita, tanta vita, si scopre sempre una ragione nuova per crederci ancora e sentirsene partecipi.
Ed è un invito corale alla partecipazione quello di José Maria, una catena lieve ( ‘L’amistad es como una cadena’ , pare abbia detto una volta Ernest Hemingway all’amico Gregorio Fuentes),
una ghirlanda di fiori gettata per abbracciare tutto quanto il mondo.
Un concentrato di esistenze ed esperienze destinate ad arricchire chi scrive, rendendo meno povero chi legge.
Forse, come sottolinea nella sua arguta prefazione l’amico Andrés Arenas Goméz, c’è un bel pizzico di ‘mitomania’ nello studio dello scrittore.
Un rapimento estatico ed estetico che si coglie non tanto nella ricerca volta a scavare nella vita di Hemingway, quanto nel rito quasi sciamanico di volerlo riportare tutto intero al presente, per averlo vicino, sanguigno compagno di eccessi, di meraviglie e di inevitabili momenti bui. Un amico a cui accompagnarsi e forse chiedere consiglio.
Di questo psicodramma noi hemingwayani confessiamo di essere protagonisti e complici.
Il libro di Gatti non è che il nuovo capitolo di questo infinito autoinganno, estremo e sublime quanto le cose più poetiche della vita.
Guido Guidi Guerrera

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